Scuole per Medici

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Scuole per Medici

Scuole per Medici : come è possibile che una su dieci non sia regolare?

Quando il Miur si “muove”, vuol dire che c’è sempre qualcosa che non va. A ridosso dell’inizio del nuovo anno accademico, tutto deve essere in ordine.

Eppure da lì escono i cardiochirurghi, rianimatori, oncologi, ortopedici, ginecologi e anestesisti del futuro: eppure una scuola di specializzazione su dieci che oggi in Italia prepara i giovani medici alla professione è senza i requisiti minimi di qualità. È quanto emerge da documenti riservati all’esame in queste ore del ministero della Salute di Beatrice Lorenzin e di quello dell’Istruzione di Valeria Fedeli. Un dossier scottante dove viene messo nero su bianco che 135 scuole di specializzazione su 1.433 non sono in grado di formare al meglio.

Ma come è possibile?

Le bocciate

La convinzione è dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, una costola tecnica dei due ministeri. Il parere l’ha stilato dopo un lavoro di due anni sulla base di criteri come la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove viene svolto il tirocinio e l’esistenza di indicatori di performance per l’attività scientifica dei docenti. Il suggerimento dell’Osservatorio è di non concedere alle 135 scuole universitarie l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con l’Ateneo. Neppure la metà delle scuole è davvero in regola (47,2%), altrettante (43,3%) sarebbero da autorizzare con riserva (devono dimostrare di avere i requisiti), il 9,4 per cento da bocciare (2 risultano non valutabili). «La nostra proposta è elaborata sulla base di elementi oggettivi e non discrezionali, valorizzati anche grazie all’adozione di algoritmi condivisi collegialmente — si legge nel verbale secretato della riunione dell’Osservatorio dell’8 agosto convocata d’urgenza, dopo che il ministero della Salute ha tentato di bloccare le esclusioni —. Le deliberazioni sono state assunte anche sulla base di valutazioni effettuate dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che si sono avvalse di parametri oggettivi». L’elenco delle 135 è lungo e attraversa l’Italia. In alcuni casi le scuole di specializzazione fanno riferimento ad Atenei del Sud (come Bari, Catanzaro, Messina e Napoli). Ma tra le bocciate non mancano scuole della Bicocca e dell’Humanitas di Milano, di Pisa, della Sapienza e di Tor Vergata di Roma. Secondo l’Osservatorio non dovrebbe essere insegnata la Cardiochirurgia all’Aldo Moro di Bari, né alla Magna Graecia di Catanzaro, la Chirurgia generale all’Università degli Studi di Cagliari, l’Ematologia alla Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara, la Neurochirurgia né a Genova e neppure alla Tor Vergata di Roma, la Chirurgia toracica a Pavia e quella pediatrica a Foggia(la lista completa è pubblicata su Corriere.it).

I parametri

La proposta di esclusione delle 135 nasce dal «combinato disposto di più parametri negativi». Nell’Osservatorio, guidato dall’endocrinologo di Padova Roberto Vettor, siedono 16 figure universitarie di prestigio, da ordinari di Medicina a presidi di facoltà. Il giudizio, però, non è vincolante né definitivo (tra due anni le scuole che hanno corretto il tiro potrebbero essere riammesse). Adesso spetta ai ministeri della Salute e dell’Istruzione decidere se inserire le 135 scuole nella rete formativa italiana (il procedimento tecnico si chiama accreditamento) o escluderle almeno per il momento. Dalle carte in possesso del Corriere risulta che soprattutto il ministero della Salute intende muoversi con prudenza, lamentando una carenza di motivazioni nei pareri formulati dall’Osservatorio. Una posizione non condivisa dagli autori del dossier: «Gli elementi che hanno portato alla decisione — scrivono — sono consultabili in ogni momento e mostrabili a qualunque soggetto portatore di interesse concreto». È la prima volta che le scuole di specializzazione vengono censite e valutate in base a criteri precisi. Finché non sarà presa una decisione sul da farsi, il concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione atteso da 13 mila neolaureati in Medicina è destinato a restare bloccato (per questo il ministero dell’Istruzione sta facendo pressioni giornaliere sui colleghi della Salute). Il rischio è di non arrivare in tempo per l’inizio di novembre, anche se il Miur assicura che il concorso si farà con le nuove o le vecchie regole. Il nervosismo dei giovani candidati cresce di ora in ora.

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Meno posti per Medicina e Architettura

Meno posti per Medicina e Architettura. Il Miur fissa i posti per le facoltà a numero chiuso

 

Il Ministero ha deciso di ridurre a 9.100 le disponibilità per i futuri medici. Inalterate le quote per Odontoiatria e Veterinaria.

Il quizzone in data unica il 5 settembre

Meno chance per gli aspiranti medici e architetto. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha reso noti i posti per le facoltà a numero programmato nazionale: Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Scienze della formazione primaria. Ma gli occhi sono tutti puntati sui posti per Medicina: 9mila e 100 quest’anno, 124 in meno rispetto al 2016. Perché è su questa facoltà che, ogni anno, si gioca una partita con pochissimi ammessi e tanti delusi. Lo scorso anno, i posti disponibili furono 9.224 (per oltre 65mila domande) anche se il Miur precisa che il decreto pubblicato qualche minuto fa è ancora “provvisorio”. Inalterate le possibilità di successo per chi vuole vestire il camice bianco dell’Odontoiatra, con 908 posti in totale in tutta Italia, e da veterinario, con 655 posti. Lo stesso numero dell’anno precedente.

Si riducono le disponibilità di accesso anche per chi si vede già architetto. Per l’anno accademico 2017/2018, saranno infatti 6.873 i posti messi in palio dagli atenei italiani, erano 6.991 neper il 2016/2017. Ma in quest’ultima facoltà le non troppe richieste mettono quasi tutti in condizione di farcela. Saranno invece 24.069 i posti per una delle specializzazioni Sanitarie: infermieristica, fisioterapia, logopedia, ostetricia ed atro) e 6.399 quelli per sedere in cattedra da insegnante di scuola dell’infanzia e primaria.

Appuntamento con il quizzone “maledetto”, uguale in tutta Italia, il prossimo 5 settembre per il test di Medicina e Odontoiatria che prevede un’unica prova. Il giorno dopo sarà la volta degli aspiranti veterinari e giovedì 7 settembre si faranno avanti i futuri architetti.

La selezione proseguirà il 13, 14 e 15 settembre rispettivamente per le Professioni sanitarie, Medicina in lingua inglese e Scienze della formazione primaria. L’iscrizione alle prove si potrà effettuare dal 3 al 25 luglio (alle ore 15) esclusivamente on line sul portale www.universitaly.it. Per Medicina e Odontoiatria la prova prevede 60 quesiti a risposta multipla – 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 di chimica, 8 di fisica e matematica – e avrà inizio alle ore 11.00.

Gli studenti appena maturati, ma anche un certo numero al secondo o al terzo tentativo, si giocheranno il futuro in 100 minuti. Come gli anni scorsi, verrà stilata una graduatoria nazionale e i posti scatteranno in base al punteggio e all’elenco delle sedi prescelte.

 

 

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