Al via il recupero degli apprendimenti

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Al via il recupero degli apprendimenti

Al via il recupero degli apprendimenti. I presidi: “Ma le scuole non sono pronte”

 

Nota ufficiale per smentire ritardi. I corsi saranno svolti in presenza dello studente e in alcuni casi a distanza. Da oggi scatta la procedura per la “chiamata veloce”: i docenti possono presentare domanda per supplenze fino al 2 settembre

di ILARIA VENTURI

 

Non saranno pagati extra agli insegnanti. E negli istituti ancora ci sono lavori in corso per allestire le aule, mancano i bidelli per gestire gli ingressi, non si è pronti con le misure di sicurezza anti-Covid. Così i corsi di recupero previsti dal primo settembre rischiano di slittare a dopo l’avvio dell’anno scolastico.

L’allarme è lanciato dall’Associazione nazionale presidi del Lazio, mentre sindacati come la Uil si preparano alla battaglia legale sulla questione del mancato pagamento. Il ministero all’Istruzione ha appena chiarito, in base a quando già previsto dal Decreto Scuola, che si tratta di attività ordinaria. “Stiamo dicendo ai nostri colleghi di farli slittare a dopo l’avvio della scuola” spiega Mario Rusconi, responsabile dell’Anp del Lazio. “Non solo per evitare il contenzioso, ma anche perché gli istituti non sono pronti con il rientro in presenza degli studenti. Noi consigliamo di farli durante l’anno interrompendo le lezioni e dedicando una settimana al recupero delle carenze.

“Il recupero degli apprendimenti ci sarà” assicura il ministero in una nota. E in effetti molti istituti superiori hanno già pubblicato il calendario. Insomma si procede in ordine sparso: chi li farà partire dal 7 settembre e non dal primo, chi online, chi in presenza. E chi rimanda il tutto a dopo l’avvio delle lezioni. A partire saranno soprattutto le superiori, pochi i casi di medie e primarie che richiameranno in classe i loro alunni già da martedì prossimo.

Non si tratta dei vecchi corsi di recupero, quest’anno si chiamano Pai, nuova sigla tra le tante del mondo della scuola: piani di apprendimento individualizzato. Gli studenti sono stati tutti promossi dopo il lockdown, ma chi non è arrivato al 6 si porta dietro il “debito” da recuperare obbligatoriamente senza necessariamente una prova finale per la verifica del recupero (sono le singole scuole a decidere se farla).

“Il recupero – continua la nota di viale Trastevere – comincerà dai primi di settembre e proseguirà anche durante i prossimi mesi, così come previsto dalle norme che regolano il nuovo anno scolastico, che sono il frutto della gestione del periodo di emergenza sanitaria vissuto dal Paese. Nessun allarme, dunque”. Sui docenti non pagati viene precisato: “Il ministero ha solo ricordato, citando peraltro la normativa vigente, che dall’1 al 14 settembre si potranno avviare i corsi perchè i docenti sono già a scuola per l’attività ordinaria”. A deliberare spetta ai collegi dei docenti.

Intanto da oggi, fa sapere il ministero, prende il via la “chiamata veloce che consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un’altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato”. Subito dopo l’assegnazione dei posti con la chiamata veloce si procederà con le supplenze. Le domande potranno essere presentate fino alle ore 23.59 del 2 settembre.

 

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Coronavirus, il documento dell’Iss.

Coronavirus, il documento dell’Iss: “La scuola deve ripartire, ecco come”

 

Brusaferro: “L’istruzione è la priorità”. Con un caso positivo la struttura non chiude automaticamente: è la Asl a valutare in base alla circolazione del virus in quel momento nella zona dell’istituto

di MICHELE BOCCI

 

È diventato ufficiale il documento con le indicazioni per la gestione dei focolai di coronavirus nelle scuole anticipato da Repubblica. “In una prospettiva di possibile circolazione del virus a settembre e nei prossimi mesi è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso, per affrontare le riaperture con la massima sicurezza possibile e con piani definitivi per garantire la continuità”, spiega il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. “La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese”.

Le raccomandazioni illustrano come si deve agire quando si trova un alunno, o un operatore della scuola, con sintomi compatibili con il virus (sono una lunga serie, dalla tosse, all’affanno, dalla diarrea ai dolori muscolari) o con la temperatura superiore a 37,5°. Nell’istituto, bisogna avere una stanza dove isolare l’allievo mentre si aspetta l’arrivo dei genitori. Sono loro a contattare pediatra o medico di famiglia che a sua volta, se lo ritiene necessario, richiede il tampone alla Asl.

In caso di positività si valuta l’isolamento di tutti i compagni di classe e dei docenti che hanno avuto contatti con il contagiato nelle 48 ore precedenti. Con un caso, dicono gli esperti, non va automaticamente chiusa la scuola ma il dipartimento di prevenzione della Asl deve valutare la situazione anche in base alla circolazione del virus in quel momento nell’area dove si trova la scuola. Se viene contagiato un docente o un altro lavoratore scolastico si valuteranno i suoi contatti, sempre nei due giorni prima, e si avvieranno eventuali quarantene.

Tutte le scuole dovranno nominare un referente, che dialogherà con la Asl. Nei dipartimenti di prevenzione dovrà esserci un medico di riferimento per ogni istituto. Nelle scuole dovranno esserci registri che tengono conto di tutti gli spostamenti di docenti e supplenti nelle classi e di eventuali attività svolte da uno o più alunni fuori dalla propria aula. A ogni bambino verrà misurata la febbre dai genitori la mattina, prima dell’ingresso a scuola.

Il documento è stato messo a punto da Istituto superiore di sanità, ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna

 

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