Scuola, in tutta Italia studenti in piazza contro la nuova maturità

Scuola, in tutta Italia studenti in piazza contro la nuova maturità

Studenti in piazza contro la nuova maturità

 

“Non siamo cavie”, oltre 40 le manifestazioni da Trento a Palermo. Al centro della protesta anche il no all’autonomia differenziata e i tagli ai fondi per l’istruzione

di CORRADO ZUNINO

 

“Non siamo cavie”. Questa mattina gli studenti delle scuole superiori sono tornati in piazza contro la nuova Maturità, cambiata in corso d’anno per introdurre il Latin-Greco al Classico, la Mate-Fisica allo Scientifico e le tre buste (per tutti i candidati) per avviare l’orale. Ci sono già state manifestazioni (seguite) a Padova e Perugia, Pisa e Genova, dove lo striscione d’apertura chiedeva alludendo al programma quiz del tardo pomeriggio Rai: “Maturità o l’eredità?”. A febbraio sono state organizzate, tra l’altro, diverse occupazioni e autogestioni.

Questa mattina, a partire dalle nove, hanno preso l’avvio una dozzina di marce organizzate dalla Rete degli studenti medi (Venezia, Verona, Udine, Trento, Cagliari, Palermo e le principali città siciliane) e trenta manifestazioni annunciate dall’Unione degli studenti (Milano, Napoli, La Spezia, cortei in Friuli e in Puglia). “Siamo in settantamila”, hanno dichiarato. Il Fronte della gioventù comunista ha rivendicato la paternità della manifestazione, la presenza di molti studenti a loro vicini a Roma, Firenze, Livorno e Cagliari accusando gli studenti medi di aver contrastato la partecipazione “fino al giorno prima”. Simone Vial, annunciando per Fgc il corteo di Torino, ricorda invece: “La Legge di bilancio prevede una sottrazione di 4 miliardi di euro per la scuola dal 2019 al 2021”.

Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, ha detto: “Sostituire la tesina con il gioco delle tre buste e improvvisare l’interdisciplinarietà con la doppia seconda prova significa, per i maturandi, perdere un’occasione per esprimersi e affrontare una prova completamente slegata dal loro percorsi di studi. L’Esame di Stato è solo la punta dell’iceberg di un sistema scolastico che non funziona, ma è sempre la prima cosa a essere modificata. Non importano le ripercussioni sulla pelle degli studenti, importa che costi poco”.

L’Unione degli studenti al popolare tema della Maturità ha affiancato la contestazione all’autonomia differenziata proposta dalla Lega a partire dagli istituti della Lombardia e del Veneto. “Saremo una costante spina nel fianco contro l’ennesimo governo che vuole distruggere il sistema nazionale di diritto allo studio”, ha dichiarato la coordinatrice Giulia Biazzo, “la regionalizzazione della scuola ignora il definanziamento dell’istruzione pubblica nel Paese e conferma il tradimento di questo esecutivo”. Diversi studenti maggiorenni, a giugno impegnati nella nuova Maturità, rivendicano di aver votato Cinque Stelle il 4 Marzo e di essere stati delusi dalle politiche sulla scuola del Movimento e dalla sua subalternità strutturale alla Lega del ministro Marco Bussetti e di Matteo Salvini.

In Campania, regione ad alto tasso di dispersione scolastica, c’è stata mobilitazione naturalmente a Napoli (approdo in Regione) e poi a Salerno, Torre del Greco, Castellamare, Pomigliano d’Arco. “Il ministro Bussetti”, ancora l’Unione degli studenti, “ha vergognosamente dichiarato come per le scuole del Sud non ci saranno fondi e che dovranno essere i meridionali a lavorare e impegnarsi”.

La protesta anti-Maturità è larga. Ieri il Movimento studenti di Azione cattolicaha scritto al ministro Bussetti: “La lenta pubblicazione di informazioni sul nuovo esame, dilazionate tra i mesi di settembre e gennaio, ha generato confusione e difficoltà. A questo si sono aggiunte le modifiche alla struttura del colloquio orale comunicate a gennaio e la pubblicazione degli esempi della seconda prova scritta solo per alcuni indirizzi. Non vorremmo che si stesse sperimentando su noi studenti un nuovo sistema scolastico”.
 

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Bologna, il liceo fai-da-te di Confindustria

Bologna, il liceo fai-da-te di Confindustria

 

Corsi per metà in inglese, curriculum orientato sulle materia scientifiche. Ma manca ancora il sì del ministero

di ILARIA VENTURI

 

Apre a Bologna il liceo degli industriali. Sarà un percorso di quattro anni, si chiama “Steam international”, ed è mutuato da un modello inaugurato lo scorso anno dalla provincia di Trento in un centro di formazione professionale a Rovereto. Confindustria l’ha presentato alle famiglie a metà gennaio, per raccogliere le pre-iscrizioni in vista dell’avvio delle lezioni a settembre. La sede della nuova scuola sarà in via Cartoleria. L’Associazione industriali parla di un progetto formativo in divenire e non ancora approvato dal ministero all’Istruzione. Altro non rivela, ma l’iniziativa è molto avanti: la domanda per ottenere la parità è già stata presentata all’ufficio scolastico, così come è stato avviato l’iter per essere riconosciuti a livello ministeriale, come sperimentazione uguale a quella di Rovereto, già partita. E in effetti l’innovazione del percorso formativo non manca.

“Steam” è l’acronimo per Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics: un approccio che punta sulle materie scientifiche, ma non trascura la parte umanistica, in linea con la necessità di un “Rinascimento meccatronico” teorizzato dagli economisti, di un ingegnere-filosofo necessario al futuro dell’industria. Dopo avere spinto forte sull’istruzione tecnica, dopo i tanti appelli e i progetti con gli istituti pubblici, Confindustria ha deciso di farsi anche una scuola tutta sua: sarà privata paritaria (il riconoscimento è atteso entro giugno), con otto borse di studio per i ragazzi meritevoli, provenienti da famiglie in difficoltà economiche, che copriranno il costo di iscrizione. Se il progetto andrà in porto dovrebbe partire una prima classe.

Cosa si studierà? Il percorso sarà di tipo liceale, ad indirizzo scientifico-scienze applicate, col 50% delle lezioni in inglese, un minimo di 6 ore al giorno, 300 di alternanza scuola-lavoro in imprese d’ogni ambito, dal medicale all’automotive. Alla fine dei quattro anni gli studenti otterranno la doppia Maturità: il diploma liceale, con un anno d’anticipo, e quello degli esami inglesi A-Level (Cambridge international). La didattica punterà molto sul saper fare. «Lo scopo è creare nuove competenze, abituando i ragazzi a ragionare, trasversalmente, su come risolvere un problema insieme ai compagni», scrive il presidente Alberto Vacchi nella lettera di invito alla presentazione del nuovo liceo mandata alle scuole medie e che ha fatto arrabbiare il sindacato di base Usb («la scuola di Confindustria pubblicizzata dagli istituti comprensivi statali»).

I presidi delle superiori si dicono sorpresi, il progetto ancora non è stato diffuso. E c’è già chi teme un’invasione di campo.

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