Maturità dei Record

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Maturità dei Record

Maturità dei Record

E’ la maturità dei record: per 500mila l’ultima prima dell’era “buona scuola”

di SALVO INTRAVAIA

C’è il numero più alto di studenti e presumibilmente il più alto di ammessi. L’amissione è per l’ultima volta libera dall’Alternanza scuola-lavoro e non vincolata dai test Invalsi. Si parte il 20 giugno
Parte l’ultima maturità dell’era Berlinguer-Fioroni. L’ultima con tre prove scritte, l’ultima con l’ammissione libera dall’Alternanza scuola-lavoro e non vincolata al test Invalsi, l’ultima con i punteggi che hanno retto per oltre un decennio: 15 punti per ognuno dei tre scritti, 30 punti per l’orale e il resto, 25 punti al massimo, raccolti come credito nell’ultimo triennio. Da mercoledì 20 giugno, con la prova scritta di Italiano che verrà anch’essa riformata, quasi 500mila studenti della scuola superiore si confronteranno per l’ultima volta con l’esame di stato varato nel 1999 da Luigi Berlinguer e poi modificato nel 2006 da Giuseppe Fioroni. Dal prossimo anno partiranno tutte le novità previste dalla Buona scuola bis.

Ma quella che si apre fra pochi giorni è la maturità che registra il record, almeno come numero di ragazzi e ragazze ai nastri di partenza, degli ultimi cinque anni: oltre 509mila. I quali, prima di accedere alle prove, dovranno essere sottoposti al giudizio dei professori interni per l’ammissione agli esami. Che ormai difficilmente stoppano i propri studenti: l’anno scorso furono il 3,8 per cento coloro che non riuscirono ad accedere agli esami. Intanto, tra tototema e “probabili” tracce che girano sul web, gli studenti sono alle prese con le ultime interrogazioni. E si attende il suono dell’ultima campanella, che scatterà in momenti diversi nelle regioni italiane.

I primi studenti a chiudere l’esperienza di questo anno scolastico saranno quelli dell’Emilia-Romagna che lasceranno banchi giovedì 7 giugno, gli ultimi saranno i compagni del Trentino-Alto Adige che si congederanno dalle classi una settimana dopo: il 13 giugno. Successivamente scatterà la full immersion per arrivare preparati agli esami: definizione della tesina da mettere sotto il naso dei commissari per avviare il colloquio e definizione della preparazione per affrontare le tre prove scritte. Ma ormai l’esame dio maturità si è ridotto ad una mera formalità se ad essere promossi sono quasi il 100 per cento dei candidati: il 99,5 per cento per la precisione. I ragazzi e le famiglie, tuttavia, affrontano questo rito tra mille ansie e altrettante paure.

Il 20 giugno alle 8:30 tutti ad affrontare la prova scritta di Italiano nella consueta formulazione: analisi del testo; saggio breve/articolo di giornale; tema di carattere storico e tema di attualità. Il giorno successivo, giovedì 21 giugno, sarà la volta della seconda prova scritta, quella di indirizzo: versione di greco al classico, compito di matematica allo scientifico, di lingua straniera al liceo linguistico e di scienze umane nell’omonimo liceo. Dopo una pausa d i qualche giorno, il 25 giugno i ragazzi saranno chiamati ad affrontare la terza prova scritta: spesso, un quizzone di domande a risposta aperta e multipla. Una delle poche di quest’anno, prima del ciclone del prossimo anno, riguarda le ore di alternanza scuola-lavoro: non è necessario che tutti i liceali abbiano completato le 200 ore di attività nell’ultimo triennio e i compagni di tecnici e professionali siano in grado di contabilizzarne 400. Per quest’anno il Miur ha deciso per una linea morbida. Ma dal prossimo anno si cambia.

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Diploma in quattro anni

Diploma in quattro anni

La stampa propone un articoli sul diploma in 4 anni di Elisabetta Pagani

“Noi, diplomati in quattro anni con il cuore in Europa”

Le esperienze dei primi maturandi italiani del liceo breve alla vigilia della sperimentazione per duecento istituti.

«Sapevo che avrei rinunciato a parte del mio tempo libero ma a volte è dura vedere che i miei amici escono mentre io sono a casa a studiare. A scuola sto incontrando delle difficoltà, è una continua scalata. Però sono sicura che quando arriverò in cima sarò fierissima di me». A scrivere è una ragazza che oggi ha 16 anni e frequenta la terza scientifico del liceo Gallio di Como, dove si prepara per la maturità del 2019 con un anno di anticipo sui suoi coetanei.  L’istituto paritario fa parte del gruppo di 12 «pionieri», privati e pubblici, che ha avviato la sperimentazione del diploma in 4 anni prima del bando del ministero dell’Istruzione, che a settembre consentirà a 192 licei e tecnici di formare classi per il quadriennale. Il gruppo dei 12 ha però perso un pezzo prima di partire, il liceo statale Garibaldi di Napoli: «Non si è mai iscritto nessuno – spiega la vicepreside Rosaria Blasi – forse non era il contesto giusto per questa novità».

Pubblico e privato

Una novità che non ha convinto tanti, tra cui i sindacati. Ma come sta andando per i primi diplomati a 18 anni? «Noi siamo stati i pionieri insieme al San Carlo di Milano – spiega Donatella Preti, dirigente scolastica del liceo Guido Carli di Brescia, nato 5 anni fa per volontà dell’Associazione industriale locale – e a luglio 2017 abbiamo avuto i nostri primi diplomati. Difficile tirare le somme su una sola esperienza, ma i risultati sono stati positivi. Votazione media di 83/100, in linea con quella dei nostri pochi maturandi quinquennali e ben oltre quella nazionale». Tre le scelte principali di chi si è diplomato alla Guido Carli, paritaria con retta di 8000 euro che quest’anno porta alla maturità 34 diciottenni: «La Bocconi, il Politecnico di Milano o l’estero».

Il percorso di studi abbreviato – confermano docenti, genitori e studenti – è «duro, serve molto impegno e il tempo libero diminuisce». I ragazzi – specifica il ministero – devono dimostrare le stesse competenze dei colleghi del quinquennale. Per recuperare tempo, allora, si allungano l’anno scolastico e l’orario giornaliero. «Si inizia ai primi di settembre – continua Preti – e si chiude il 30 giugno: 38 settimane invece di 33». Come al liceo Gallio, dove la prima maturità breve – per 22 ragazzi entrati con un test – sarà nel 2019: «38 settimane – spiega il preside, padre Luigi Croserio – e 30 ore a settimana, mentre al biennio dello scientifico normale sono 27. Servono una buona preparazione dal primo ciclo di studi, propensione all’impegno e conoscenza dell’inglese, ma il nostro desiderio non è quello di fare una cosa per pochi».

Materie in inglese

In queste scuole sono molte le materie insegnate in inglese. «Più del 40% – spiega Barbara Fumagalli, rappresentante dei genitori di terza del liceo comasco – ed è giusto che sia così se vogliono confrontarsi con l’estero. Il programma è impegnativo ma il metodo di studio completamente diverso da quello tradizionale, che sta facendo l’altra mia figlia in quinta. Meno lezioni frontali, approfondimenti da fare a casa, interdisciplinarietà. Una preparazione che stimola il senso critico». Punti deboli? «Mette più ansia ai ragazzi».

A chiedere l’introduzione del quadriennale sono stati in molti casi i genitori, rappresentanti di un tessuto economico locale imprenditoriale o di professionisti con lo sguardo rivolto all’estero. «Il giudizio per noi è positivo – spiega Salvatore Giuliano, preside del liceo Majorana di Brindisi che Luigi Di Maio ha inserito nella lista dei suoi eventuali ministri (Istruzione) – ed è monitorato da un comitato tecnico-scientifico. I ragazzi nell’arco dei 4 anni fanno lo stesso monte ore del quinquennale, ma il segreto è il metodo di studio. Quello tradizionale non funziona, bisogna innovare. Noi da sempre usiamo la tecnologia, il cooperative learning, l’apprendimento intervallato. Con ottimi risultati – sottolinea -. E non è vero che è un percorso che esclude, anzi. Da noi ci sono diversi ragazzi con deficit specifici dell’apprendimento. Spero – conclude – che le quasi 200 scuole che si accingono a iniziare il quadriennale non lo facciano con il metodo tradizionale».

Dalle prime informazioni sulle iscrizioni non sembra però che la novità abbia riscosso grande successo. «È un percorso che deve ancora affermarsi – confermano i presidi – e forse spaventa la mole di impegno». «È il prezzo da pagare per risparmiare un anno – dice Lorenzo De Simone, maturando del Majorana – io sono in quarta e stiamo facendo il Fascismo come le quinte». Soddisfatto della scelta? «Devi abituarti a un ritmo e a livelli di stress più alti, serve una bella forza interiore. Ma sono riuscito a mantenere i miei interessi, la palestra e le recensioni di musica per una fanzine. Da grande vorrei fare l’insegnante o il ricercatore, magari all’estero. E sono contento di poterlo fare un anno prima, come tanti in Europa».

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Arriva la rivoluzione dei test Invalsi

Test Invalsi

Arriva la rivoluzione dei test Invalsi: più tempo e meno domande

 

Per la terza media si svolgeranno dal 4 al 21 aprile, e non più durante l’esame finale, con la modalità computer-based e non saranno più in contemporanea in tutte le scuole italiane

di SALVO INTRAVAIA

 

IL ministero dell’Istruzione, in una circolare per i test invalsi, ha spiegato tutte le novità introdotte dalla Buona scuola sul quizzone croce e delizia, da quando è stato introdotto, di mezzo milione di studenti. Il Miur ripercorre le modifiche che partiranno proprio quest’anno delineando le misure messe in campo per evitare di mettere in difficoltà i ragazzi alle prese con la novità.

Innanzitutto, “la partecipazione alle prove invalsi – ricordano dal ministero – è requisito di ammissione all’esame”. Senza avere partecipato, a prescindere dalla valutazione, non si potrà accedere agli esami. E, alle prove di Italiano e Matematica, si aggiunge quella di Inglese. Ovviamente, per coloro che fossero costretti ad assentarsi, sono previste una o più sessioni di recupero. Modalità differenziate (eventualmente anche in forma cartacea) per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento e per quelli affetti da disabilità.

Le prove non si svolgeranno, come avveniva fino allo scorso anno, nello stesso momento ma “secondo calendari specifici per ciascuna istituzione scolastica”. Per la terza media si svolgeranno dal 4 al 21 aprile i test invalsi. I tre quizzoni avranno inoltre il 10 per cento di domande in meno rispetto alle edizioni precedenti (in cui il numero di domande cambiava ogni anno) e verrà concesso più tempo: 15 minuti in più. In altre parole, per risolvere i diversi item gli studenti avranno a disposizione 90 e non più 75 minuti.

Due le motivazioni che hanno spinto l’istituto di via Ippolito Nievo ad “alleggerire” la prova dei test invalsi. Primo: fare “in modo che le alunne e gli alunni abbiano tutto il tempo per rispondere serenamente alle domande. Secondo: la modalità computer-based “consente di mantenere la stessa precisione nella definizione dei risultati con un numero minore di quesiti di un’equivalente prova cartacea”. Mentre i contenuti della prova d’Italiano e di Matematica saranno in perfetta continuità con quelli delle prove degli anni passati, mentre quelli della prova d’Inglese sono in linea con quanto previsto dal Quadro comune europeo di riferimento delle lingue, al livello A1.

Per sbarcare sul web le prove “sono state predisposte – spiegano da viale Trastevere – su una piattaforma online già utilizzata in diversi paesi europei per lo svolgimento di prove analoghe e in alcune importanti ricerche comparative internazionali”. Ma le scuole medie avranno le necessarie attrezzature – computer e collegamenti internet perfettamente funzionanti – per traghettare le prove Invalsi nel terzo millennio? Qualche settimana fa, alcuni presidi lanciarono l’allarme su un possibile caos, paventando il ritorno alle prove cartacee. Ma all’Invalsi sono categorici: “Si fa presente – spiegano – che ciò non sarà possibile dal momento che la modalità di somministrazione “computer based” delle prove è un requisito fissato esplicitamente dalla legge. Pertanto – continuano

dall’istituto nazionale di valutazione – l’Invalsi, pur dichiarandosi disponibile ad ogni tipo di flessibilità circa l’organizzazione pratica delle prove, non potrà attuare modalità di somministrazione diverse da quelle previste dalla legge”.

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