Sessione autunnale

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Sessione autunnale

Sessione autunnale degli esami universitari in tilt!

Università, ecco perché saltano gli esami di settembre

Sciopero università

Anche se l’anno accademico non è ancora iniziato, c’è grande fermento intorno al mondo dell’università. Da una parte le aspiranti matricole che si preparano per i test d’ingresso 2017: la prossima settimana saranno impegnate nei test per i corsi ad accesso programmato nazionale: Medicina, Veterinaria, Architettura. Dall’altra le importanti novità che riguardano il mondo accademico: da quest’anno infatti gli studenti che soddisferanno diversi requisiti avranno la possibilità di studiare gratis. Mentre per tutti gli studenti iscritti ad anni successivi al primo c’è una cattiva notizia che riguarda lo sciopero di cui vi avevamo parlato qui.

UNIVERSITA’: LO SCIOPERO E I TEST D’INGRESSO 2017

Le future matricole impegnate con le prove d’ammissione 2017 non si devono preoccupare: i test d’ingresso si terranno regolarmente. Inoltre molti saranno gli studenti che, una volta presentata una dichiarazione ISEE che rientra nei limiti imposti dalla Legge di Bilancio, potranno studiare gratis, o quasi, all’università.

Lo sciopero annunciato dai docenti a luglio è imminente. Saranno coinvolti oltre 5.000 professori e ricercatori universitari di 79 atenei italiani che bloccheranno la sessione autunnale per denunciare cinque anni di blocco degli scatti salariali. Che conseguenze avrà sul mondo dell’università? Sappiamo che verranno garantite le attività legate ai test d’ingresso e alle lezioni ma gli studenti dovranno fare a meno di un appello post vacanze. Gli studenti che si erano prefissati di rimandare uno o più esami della sessione estiva a settembre, dovranno aspettare l’appello successivo di quella autunnale.

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Scuole per Medici

Scuole per Medici : come è possibile che una su dieci non sia regolare?

Quando il Miur si “muove”, vuol dire che c’è sempre qualcosa che non va. A ridosso dell’inizio del nuovo anno accademico, tutto deve essere in ordine.

Eppure da lì escono i cardiochirurghi, rianimatori, oncologi, ortopedici, ginecologi e anestesisti del futuro: eppure una scuola di specializzazione su dieci che oggi in Italia prepara i giovani medici alla professione è senza i requisiti minimi di qualità. È quanto emerge da documenti riservati all’esame in queste ore del ministero della Salute di Beatrice Lorenzin e di quello dell’Istruzione di Valeria Fedeli. Un dossier scottante dove viene messo nero su bianco che 135 scuole di specializzazione su 1.433 non sono in grado di formare al meglio.

Ma come è possibile?

Le bocciate

La convinzione è dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, una costola tecnica dei due ministeri. Il parere l’ha stilato dopo un lavoro di due anni sulla base di criteri come la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove viene svolto il tirocinio e l’esistenza di indicatori di performance per l’attività scientifica dei docenti. Il suggerimento dell’Osservatorio è di non concedere alle 135 scuole universitarie l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con l’Ateneo. Neppure la metà delle scuole è davvero in regola (47,2%), altrettante (43,3%) sarebbero da autorizzare con riserva (devono dimostrare di avere i requisiti), il 9,4 per cento da bocciare (2 risultano non valutabili). «La nostra proposta è elaborata sulla base di elementi oggettivi e non discrezionali, valorizzati anche grazie all’adozione di algoritmi condivisi collegialmente — si legge nel verbale secretato della riunione dell’Osservatorio dell’8 agosto convocata d’urgenza, dopo che il ministero della Salute ha tentato di bloccare le esclusioni —. Le deliberazioni sono state assunte anche sulla base di valutazioni effettuate dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che si sono avvalse di parametri oggettivi». L’elenco delle 135 è lungo e attraversa l’Italia. In alcuni casi le scuole di specializzazione fanno riferimento ad Atenei del Sud (come Bari, Catanzaro, Messina e Napoli). Ma tra le bocciate non mancano scuole della Bicocca e dell’Humanitas di Milano, di Pisa, della Sapienza e di Tor Vergata di Roma. Secondo l’Osservatorio non dovrebbe essere insegnata la Cardiochirurgia all’Aldo Moro di Bari, né alla Magna Graecia di Catanzaro, la Chirurgia generale all’Università degli Studi di Cagliari, l’Ematologia alla Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara, la Neurochirurgia né a Genova e neppure alla Tor Vergata di Roma, la Chirurgia toracica a Pavia e quella pediatrica a Foggia(la lista completa è pubblicata su Corriere.it).

I parametri

La proposta di esclusione delle 135 nasce dal «combinato disposto di più parametri negativi». Nell’Osservatorio, guidato dall’endocrinologo di Padova Roberto Vettor, siedono 16 figure universitarie di prestigio, da ordinari di Medicina a presidi di facoltà. Il giudizio, però, non è vincolante né definitivo (tra due anni le scuole che hanno corretto il tiro potrebbero essere riammesse). Adesso spetta ai ministeri della Salute e dell’Istruzione decidere se inserire le 135 scuole nella rete formativa italiana (il procedimento tecnico si chiama accreditamento) o escluderle almeno per il momento. Dalle carte in possesso del Corriere risulta che soprattutto il ministero della Salute intende muoversi con prudenza, lamentando una carenza di motivazioni nei pareri formulati dall’Osservatorio. Una posizione non condivisa dagli autori del dossier: «Gli elementi che hanno portato alla decisione — scrivono — sono consultabili in ogni momento e mostrabili a qualunque soggetto portatore di interesse concreto». È la prima volta che le scuole di specializzazione vengono censite e valutate in base a criteri precisi. Finché non sarà presa una decisione sul da farsi, il concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione atteso da 13 mila neolaureati in Medicina è destinato a restare bloccato (per questo il ministero dell’Istruzione sta facendo pressioni giornaliere sui colleghi della Salute). Il rischio è di non arrivare in tempo per l’inizio di novembre, anche se il Miur assicura che il concorso si farà con le nuove o le vecchie regole. Il nervosismo dei giovani candidati cresce di ora in ora.

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sì all’obbligo del vaccino

 

Si all’obbligo dei vaccini, come cambia l’iscrizione a scuola minori non vaccinabili in classi di soli immunizzati

Il Governo dice si all’obbligo dei vaccini nelle scuole.

Cambiano dal prossimo anno scolastico, per effetto del decreto sull’obbligo vaccinale, gli adempimenti per l’iscrizione a scuola. Ecco come: – DIRIGENTI SCOLASTICI: all’atto dell’iscrizione hanno l’obbligo di richiedere, alternativamente, la documentazione comprovante: l’effettuazione delle vaccinazioni, l’omissione o il differimento della somministrazione del vaccino, l’esonero per intervenuta immunizzazione per malattia naturale, copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’asl.
– AUTOCERTIFICAZIONE: il genitore può anche autocertificare l’avvenuta vaccinazione e presentare successivamente copia del libretto. La semplice presentazione alla asl della richiesta di vaccinazione consente l’iscrizione a scuola, in attesa che la asl provveda ad eseguire la vaccinazione entro la fine dell’anno scolastico.
– LA FORMAZIONE DELLE CLASSI: i minori non vaccinabili per ragioni di salute sono inseriti in classi nelle quali sono presenti soltanto minori vaccinati o immunizzati naturalmente. I dirigenti scolastici comunicano all’asl competente, entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali sono presenti più di due alunni non vaccinati.
– GRATUITA’: tutte le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite, anche quando è necessario ‘recuperare’ somministrazioni che non sono state effettuate in tempo.
– DISPOSIZIONI TRANSITORIE PER L’ANNO SCOLASTICO 2017-18: per la fase di prima applicazione del decreto si prevede che entro il 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo e entro il 10 settembre per i nidi si presenti la relativa documentazione o l’autocertificazione per l’avvenuta vaccinazione; la relativa documentazione per l’omissione, il differimento e l’immunizzazione da malattia; copia della prenotazione dell’appuntamento per le vaccinazioni presso l’asl. Inoltre: entro il 10 marzo 2018, nel caso in cui sia stata precedentemente presentata l’autocertificazione, deve essere presentata la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione. Dall’anno 2019-20 è invece prevista un’ulteriore semplificazione e gli istituti dialogheranno direttamente con le asl per verificare lo stato vaccinale degli studenti.

 

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