Materie seconda prova e commissari esterni

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Materie seconda prova e commissari esterni

Materie seconda prova e commissari esterni

 

Materie seconda prova e commissari esterni: tutte le scelte Miur per Licei, Tecnici e Professionali per la Maturità 2019

 

MATURITÀ 2019, MATERIE SECONDA PROVA

Come anticipato sulla pagina Facebook del Miur – con un video che sembrava avere come unico obiettivo quello di creare suspense e aggiungere ansia ai maturandi di quest’anno – il 18 gennaio il Ministero ha comunicato le materie seconda prova maturità 2019 e quelle affidate ai commissari esterni, in anticipo rispetto agli anni precedenti. Le materie scelte per alcuni indirizzi di studio sono state comunicate attraverso un video del Ministro Bussetti su Facebook. Nessuna buona notizia per i maturandi: la seconda prova sarà multidisciplinare.

MATERIE COMMISSARI ESTERNI ESAME DI STATO 2019

Gli studenti della maturità 2019 possono quindi aggiungere un nuovo importante tassello all’esame di Stato che dovranno affrontare a partire dal 19 giugno. Fino all’ultimo c’è stato il rischio – ora confermato – che la seconda prova potesse diventare multidisciplinare, così come specificato tanto nella riforma quanto nella circolare sulle prime disposizioni in materie di esame di Stato 2019, includendo tutte le discipline caratterizzanti degli indirizzi di studio. Di seguito trovate la lista completa delle materie uscite per la seconda prova e di quelle affidate ai commissari esterni per la maturità 2019. Gli studenti dovranno prepararsi a nuove tracce multidisciplinari. Peccatolo solo che l’annuncio sia arrivato a gennaio e ai maturandi non resti tantissimo tempo per esercitarsi.

MATERIE SECONDA PROVA MATURITÀ 2019 LICEI

Ecco le materie seconda prova maturità 2019 e quelle dei commissari esterni scelte dal Miur per il liceo classico, scientifico, linguistico, scienze umane, musicale, artistico.

MATERIE SECONDA PROVA MATURITÀ 2019 ISTITUTI TECNICI

Ecco le materie che il Miur ha scelto per la seconda prova e per i commissari esterni dei diversi Istituti Tecnici:

MATERIE SECONDA PROVA MATURITÀ 2019 ISTITUTI PROFESSIONALI

Di seguito le materie seconda prova maturità 2019 scelte dal Miur per gli Istituti Professionali e le materie affidate ai commissari esterni:

Se non hai trovato il tuo indirizzo di studio tra questi ti consigliamo di collegarti al motore di ricerca del Miur, scegliere il tuo indirizzo e consultare la materie scelte.

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Via all’anno scolastico con 75mila alunni in meno

Via all’anno scolastico con 75mila alunni in meno. Piace il liceo classico, fuga dal latino allo scientifico

Record di bambini e ragazzi disabili e alunni stranieri che tornano a crescere: il report del ministero dell’Istruzione

di SALVO INTRAVAIA

 

Meno plessi scolastici e meno alunni seduti in classe. Record di bambini e ragazzi disabili e alunni stranieri che tornano a crescere. In ripresa il liceo classico ma è fuga dal latino allo scientifico. Notte fonda invece per gli istituti professionali che continuano a perdere adepti. Domani mattina alle 8 in punto, quasi un milione di alunni di Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte faranno il loro primo ingresso in aula. Dal 12 settembre al 20, con la Puglia che chiude la lista, 7milioni e 768mila alunni delle scuole statali avranno iniziato le lezioni per il 2018/21019. Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’annuale report con tutti i numeri dell’anno in questione.

Per effetto delle razionalizzazioni regionali, calano di quasi 181 unità le sedi dove si svolgeranno le lezioni. E il calo della popolazione scolastica, già prevista dalle statistiche dell’Istat, comincia a prendere forma: meno 75mila alunni in un solo anno, quasi tutti concentrati nella scuola dell’infanzia e nella primaria, e 121mila in meno in cinque anni. Di contro, aumenteranno gli alunni stranieri che, dopo un arresto del trend positivo, torneranno a crescere a buon ritmo: la previsione del Miur è di 788mila alunni non italiani, più 4 per cento rispetto all’anno scorso. Con record alla scuola media, che incrementerà la presenza straniera tra i banchi dell’8 per cento.

Dopo le prime avvisaglie degli anni scorsi, i numeri confermano il ritorno dei ragazzini di scuola media al ginnasio. Il liceo classico registra 2.200 alunni in più di 12 mesi fa, per un totale di 150mila presenze nei cinque anni. Ma allo scientifico è fuga dal Latino. Chi può e chi non ce la fa a tenere il ritmo del percorso ordinamentale preferisce virare sulle opzioni (scienze applicate e liceo sportivo) che non contemplano lo studio della lingua di Cicerone. In cinque anni, l’indirizzo dello scientifico ordinario (col latino) ha perso 88mila iscritti mentre i due indirizzi senza latino, che molti considerano light, conteggiano 89mila iscritti in più. E continua la licealizzazione della scuola superiore, in cui 49 ragazzi su cento sono in forza ai licei.

Tengono, con il 31,5 per cento di presenze in classe, gli istituti tecnici e continuano a contare meno alunni gli istituti professionali che negli ultimi anni sono andati incontro a ben due riforme. I 513mila iscritti rappresentano meno del 20 per cento di tutti i ragazzi delle superiori. Un record negativo. Che si contrappone al nuovo primato (245mila) di alunni disabili, 11mila in più rispetto allo scorso anno. Un fenomeno che farà crescere di 3mila unità anche i docenti specializzati nell’insegnamento ai soggetti disabili: gli insegnanti di sostegno che tuttavia, percentualmente, dovranno seguire più alunni in contemporanea: 1,74 a testa.

 

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I poeti del Sud ancora esclusi dai programmi dei licei

I poeti del Sud ancora esclusi dai programmi dei licei

Scuola, la denuncia: “I poeti del Sud ancora esclusi dai programmi dei licei”

Le “indicazioni nazionali” restano quelle della Gelmini (2010): nessun autore meridionale e una sola donna. L’appello firmato anche da Dacia Maraini e Alberto Angela. Il Miur: “Pronto un testo di revisione”

di CORRADO ZUNINO

 

 

I poeti del Novecento del Sud sono stati tagliati dai programmi liceali sotto il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, nel 2010. E dopo quattro ministri, e quattro possibili nuove “indicazioni nazionali”, sono ancora fuori dalla scuola. Lo ha ricordato il Centro di documentazione di poesia del Sud, che con il presidente Giuseppe Iuliano e il direttore Paolo Saggese ha riaperto il dibattito e la raccolta di firme a “Napoli città libro”, la manifestazione culturale che si è conclusa domenica scorsa con ventimila visitatori.

Nel 2010 il Miur indicò, a titolo esemplificativo, 17 autori come oggetto di studio privilegiato. E a queste “Indicazioni” si sono sostanzialmente uniformati i libri di testo delle scuole superiori. Chi sono i poeti del Novecento suggeriti per lo studio degli studenti del quinto anno? “Dentro il Secolo XX e fino alle soglie dell’attuale”,  si legge nel testo ministeriale del 2010, “il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)”. Diciassette esempi, diciassette nomi. Diciassette luoghi di nascita. Trento e il Nord-Est, tanta Milano, Torino e il Piemonte, Genova, la provincia di Firenze, poi Bologna. Tolti Ungaretti, nato ad Alessandria d’Egitto e cresciuto da cosmopolita, e Italo Calvino lui originario di Cuba, nessuno dei poeti indicati è nato al di sotto di una linea che congiunge l’Alta Toscana con l’Emilia.

Il Centro di documentazione, che ha aggiunto alle firme raccolte per la revisione dei programmi ministeriali anche quella di Dacia Maraini e Alberto Angela, dello scrittore Maurizio De Giovanni, del direttore del Centro di produzione Rai Francesco Pinto, cita tra le mancanze letterarie: i siciliani Salvatore Quasimodo (Premio Nobel per la letteratura), Elio Vittorini, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino, il napoletano Eduardo De Filippo, Alfonso Gatto di Salerno.

Il testo mostrato, e sottoscritto, al salone del libro e dell’editoria di Napoli è stato questo: “Napoli città libro” chiede a tutti gli scrittori e gli operatori culturali che vi parteciperanno di firmare l’appello del Centro di documentazione di poesia del Sud per uno studio della letteratura italiana rispettoso della ricchezza culturale dell’intera Nazione”.

Le indicazioni del 2010 hanno lasciato fuori dai suggerimenti per i licei anche molte poetesse. Tra gli autori citati, abbiano visto, c’è Elsa Morante, lei romana. Ma non si fa cenno alle figure e alle opere di Grazia Deledda, Alda Merini, Maria Luisa Spaziani, Matilde Serao, Anna Maria Ortese.

Un gruppo tecnico di monitoraggio liceale, espressione del Miur e in particolare di Marco Rossi Doria, sottosegretario all’Istruzione con la ministra Carrozza, aveva avviato un lavoro di revisione da concludersi entro l’anno scolastico 2014-2015 (ministra Giannini). Ad oggi di quel primo lavoro non c’è traccia. Ci sono state, al proposito, interrogazioni parlamentari dei 5 Stelle, del Partito democratico, di Sinistra Ecologia e Libertà. La ministra in carica Valeria Fedeli lo scorso settembre ha quindi istituito il Comitato scientifico nazionale per l’applicazione e l’innovazione delle Indicazioni nazionali (scuola secondaria superiore). Il documento rilegge complessivamente le linee guida anche sugli autori ed è in fase di limatura. Nel frattempo la Fedeli ha rilanciato il tema degli autori non studiati con una iniziativa specifica su Grazia Deledda.

Le indicazioni contenute nel decreto ministeriale non sono prescrittive, lasciano possibilità di scelta agli insegnanti sugli autori da proporre, ma modellano inesorabilmente il mercato dei libri di scuola.

 

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Scuola, altolà di Fedeli: “Inaccettabili le pubblicità classiste dei licei”

Scuola, altolà di Fedeli: “Inaccettabili le pubblicità classiste dei licei”

L’intervento della ministra dopo la denuncia di “Repubblica” sugli istituti che presentano come un vantaggio l’assenza fra gli alunni di poveri, disabili e stranieri. “Così si viola la Costituzione e si nega la nostra vocazione all’accoglienza. Ho chiesto un monitoraggio all’Invalsi, prenderemo provvedimenti”

Le scuole che, per attrarre studenti, “descrivono come un vantaggio l’assenza di stranieri o di studenti provenienti da zone svantaggiate o di condizione socio-economica e culturale non elevata” violano i principi della Costituzione e travisano completamente il ruolo della scuola.  A dirlo è la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, dopo la denuncia di “Repubblica” che ha raccontato come molti licei, da Milano a Roma, presentino come propri punti di forza (che favoriscono “la coesione” e “l’apprendimento”) proprio l’assenza tra gli alunni di ragazzi di origine straniera, poveri e disabili.

Accade sul portale istituzionale “Scuola in chiaro”, dove ogni istituto pubblica il proprio Rav (Rapporto di autovalutazione): uno strumento nato per aiutare ragazzi e famiglie a scegliere la scuola confrontando le diverse opzioni. Diversi i casi citati da “Repubblica”: “Tranne un paio, gli studenti sono italiani e nessuno è disabile”, scrive ad esempio il classico romano Visconti. Mentre il genovese D’Oria sottolinea come l’assenza di “gruppi particolari” (ad esempio nomadi) offra ai ragazzi un “background favorevole”. “Non posso che stigmatizzare – spiega la ministra – il linguaggio utilizzato da alcuni istituti”. Così “si fa un passo indietro rispetto a una delle caratteristiche fondanti della scuola italiana: la capacità di inclusione e integrazione, riconosciuta anche a livello internazionale. E si nega di fatto l’articolo 3 della Costituzione” (‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge’, ndr).

La scuola di cui abbiamo bisogno, spiega Fedeli, è “inclusiva, capace di rispettare e valorizzare le differenze. Una scuola dove nessuno si senta escluso e dove tutti i ragazzi possano (indipendentemente da provenienza e condizioni) essere formati a diventare cittadini consapevoli. Perciò, conclude la ministra,  “scriverò oggi stesso all’Invalsi (l’istituto nazionale di valutazione, ndr)  perché faccia immediatamente un attento monitoraggio dei Rav in riferimento a questo tipo di episodi. L’autonomia delle scuole è sacra. Ma ci sono principi irrinunciabili cui tutti dobbiamo ispirarci”. Invece, “leggendo

certe espressioni sembra che qualcuno li abbia dimenticati. Alcune frasi appaiono gravi, persino classiste. Non sono tollerabili e prenderemo provvedimenti”. Tanto più, avverte, che proprio il Rav “rientra fra gli strumenti di valutazione” delle scuole e dei presidi.

 

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