Sessione autunnale

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Sessione autunnale

Sessione autunnale degli esami universitari in tilt!

Università, ecco perché saltano gli esami di settembre

Sciopero università

Anche se l’anno accademico non è ancora iniziato, c’è grande fermento intorno al mondo dell’università. Da una parte le aspiranti matricole che si preparano per i test d’ingresso 2017: la prossima settimana saranno impegnate nei test per i corsi ad accesso programmato nazionale: Medicina, Veterinaria, Architettura. Dall’altra le importanti novità che riguardano il mondo accademico: da quest’anno infatti gli studenti che soddisferanno diversi requisiti avranno la possibilità di studiare gratis. Mentre per tutti gli studenti iscritti ad anni successivi al primo c’è una cattiva notizia che riguarda lo sciopero di cui vi avevamo parlato qui.

UNIVERSITA’: LO SCIOPERO E I TEST D’INGRESSO 2017

Le future matricole impegnate con le prove d’ammissione 2017 non si devono preoccupare: i test d’ingresso si terranno regolarmente. Inoltre molti saranno gli studenti che, una volta presentata una dichiarazione ISEE che rientra nei limiti imposti dalla Legge di Bilancio, potranno studiare gratis, o quasi, all’università.

Lo sciopero annunciato dai docenti a luglio è imminente. Saranno coinvolti oltre 5.000 professori e ricercatori universitari di 79 atenei italiani che bloccheranno la sessione autunnale per denunciare cinque anni di blocco degli scatti salariali. Che conseguenze avrà sul mondo dell’università? Sappiamo che verranno garantite le attività legate ai test d’ingresso e alle lezioni ma gli studenti dovranno fare a meno di un appello post vacanze. Gli studenti che si erano prefissati di rimandare uno o più esami della sessione estiva a settembre, dovranno aspettare l’appello successivo di quella autunnale.

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Scuole per Medici

Scuole per Medici : come è possibile che una su dieci non sia regolare?

Quando il Miur si “muove”, vuol dire che c’è sempre qualcosa che non va. A ridosso dell’inizio del nuovo anno accademico, tutto deve essere in ordine.

Eppure da lì escono i cardiochirurghi, rianimatori, oncologi, ortopedici, ginecologi e anestesisti del futuro: eppure una scuola di specializzazione su dieci che oggi in Italia prepara i giovani medici alla professione è senza i requisiti minimi di qualità. È quanto emerge da documenti riservati all’esame in queste ore del ministero della Salute di Beatrice Lorenzin e di quello dell’Istruzione di Valeria Fedeli. Un dossier scottante dove viene messo nero su bianco che 135 scuole di specializzazione su 1.433 non sono in grado di formare al meglio.

Ma come è possibile?

Le bocciate

La convinzione è dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, una costola tecnica dei due ministeri. Il parere l’ha stilato dopo un lavoro di due anni sulla base di criteri come la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove viene svolto il tirocinio e l’esistenza di indicatori di performance per l’attività scientifica dei docenti. Il suggerimento dell’Osservatorio è di non concedere alle 135 scuole universitarie l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con l’Ateneo. Neppure la metà delle scuole è davvero in regola (47,2%), altrettante (43,3%) sarebbero da autorizzare con riserva (devono dimostrare di avere i requisiti), il 9,4 per cento da bocciare (2 risultano non valutabili). «La nostra proposta è elaborata sulla base di elementi oggettivi e non discrezionali, valorizzati anche grazie all’adozione di algoritmi condivisi collegialmente — si legge nel verbale secretato della riunione dell’Osservatorio dell’8 agosto convocata d’urgenza, dopo che il ministero della Salute ha tentato di bloccare le esclusioni —. Le deliberazioni sono state assunte anche sulla base di valutazioni effettuate dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che si sono avvalse di parametri oggettivi». L’elenco delle 135 è lungo e attraversa l’Italia. In alcuni casi le scuole di specializzazione fanno riferimento ad Atenei del Sud (come Bari, Catanzaro, Messina e Napoli). Ma tra le bocciate non mancano scuole della Bicocca e dell’Humanitas di Milano, di Pisa, della Sapienza e di Tor Vergata di Roma. Secondo l’Osservatorio non dovrebbe essere insegnata la Cardiochirurgia all’Aldo Moro di Bari, né alla Magna Graecia di Catanzaro, la Chirurgia generale all’Università degli Studi di Cagliari, l’Ematologia alla Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara, la Neurochirurgia né a Genova e neppure alla Tor Vergata di Roma, la Chirurgia toracica a Pavia e quella pediatrica a Foggia(la lista completa è pubblicata su Corriere.it).

I parametri

La proposta di esclusione delle 135 nasce dal «combinato disposto di più parametri negativi». Nell’Osservatorio, guidato dall’endocrinologo di Padova Roberto Vettor, siedono 16 figure universitarie di prestigio, da ordinari di Medicina a presidi di facoltà. Il giudizio, però, non è vincolante né definitivo (tra due anni le scuole che hanno corretto il tiro potrebbero essere riammesse). Adesso spetta ai ministeri della Salute e dell’Istruzione decidere se inserire le 135 scuole nella rete formativa italiana (il procedimento tecnico si chiama accreditamento) o escluderle almeno per il momento. Dalle carte in possesso del Corriere risulta che soprattutto il ministero della Salute intende muoversi con prudenza, lamentando una carenza di motivazioni nei pareri formulati dall’Osservatorio. Una posizione non condivisa dagli autori del dossier: «Gli elementi che hanno portato alla decisione — scrivono — sono consultabili in ogni momento e mostrabili a qualunque soggetto portatore di interesse concreto». È la prima volta che le scuole di specializzazione vengono censite e valutate in base a criteri precisi. Finché non sarà presa una decisione sul da farsi, il concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione atteso da 13 mila neolaureati in Medicina è destinato a restare bloccato (per questo il ministero dell’Istruzione sta facendo pressioni giornaliere sui colleghi della Salute). Il rischio è di non arrivare in tempo per l’inizio di novembre, anche se il Miur assicura che il concorso si farà con le nuove o le vecchie regole. Il nervosismo dei giovani candidati cresce di ora in ora.

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sì all’obbligo del vaccino

 

Si all’obbligo dei vaccini, come cambia l’iscrizione a scuola minori non vaccinabili in classi di soli immunizzati

Il Governo dice si all’obbligo dei vaccini nelle scuole.

Cambiano dal prossimo anno scolastico, per effetto del decreto sull’obbligo vaccinale, gli adempimenti per l’iscrizione a scuola. Ecco come: – DIRIGENTI SCOLASTICI: all’atto dell’iscrizione hanno l’obbligo di richiedere, alternativamente, la documentazione comprovante: l’effettuazione delle vaccinazioni, l’omissione o il differimento della somministrazione del vaccino, l’esonero per intervenuta immunizzazione per malattia naturale, copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’asl.
– AUTOCERTIFICAZIONE: il genitore può anche autocertificare l’avvenuta vaccinazione e presentare successivamente copia del libretto. La semplice presentazione alla asl della richiesta di vaccinazione consente l’iscrizione a scuola, in attesa che la asl provveda ad eseguire la vaccinazione entro la fine dell’anno scolastico.
– LA FORMAZIONE DELLE CLASSI: i minori non vaccinabili per ragioni di salute sono inseriti in classi nelle quali sono presenti soltanto minori vaccinati o immunizzati naturalmente. I dirigenti scolastici comunicano all’asl competente, entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali sono presenti più di due alunni non vaccinati.
– GRATUITA’: tutte le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite, anche quando è necessario ‘recuperare’ somministrazioni che non sono state effettuate in tempo.
– DISPOSIZIONI TRANSITORIE PER L’ANNO SCOLASTICO 2017-18: per la fase di prima applicazione del decreto si prevede che entro il 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo e entro il 10 settembre per i nidi si presenti la relativa documentazione o l’autocertificazione per l’avvenuta vaccinazione; la relativa documentazione per l’omissione, il differimento e l’immunizzazione da malattia; copia della prenotazione dell’appuntamento per le vaccinazioni presso l’asl. Inoltre: entro il 10 marzo 2018, nel caso in cui sia stata precedentemente presentata l’autocertificazione, deve essere presentata la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione. Dall’anno 2019-20 è invece prevista un’ulteriore semplificazione e gli istituti dialogheranno direttamente con le asl per verificare lo stato vaccinale degli studenti.

 

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Fedeli: “La violenza sulle donne problema che riguarda tutti, si deve combattere sin dai banchi di scuola”

Fedeli: “La violenza sulle donne problema che riguarda tutti, si deve combattere sin dai banchi di scuola”

 

“Nuovi terribili fatti di cronaca confermano che la violenza contro le donne, che può condurre fino al femminicidio, non è un fenomeno di natura episodica, né emergenziale. È un problema strutturale. Dobbiamo esserne tutte e tutti consapevoli”. Lo dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.

“Quattro donne assassinate nelle ultimissime ore – prosegue la Ministra – ci ricordano che il tema che abbiamo davanti è ancora, innanzitutto, un tema culturale, di fronte al quale non si possono allargare le braccia, non si può derubricare il tutto a ‘semplici’ omicidi. Così come quattro ragazzine fatte oggetto di abusi durante il loro stage non sono un episodio di cronaca. Ognuna di queste vicende ci ricorda che abbiamo bisogno di politiche di contrasto e prevenzione della violenza che vadano di pari passo con misure per il raggiungimento della piena eguaglianza tra i sessi e per l’empowerment di donne e bambine. Politiche educative e sociali, dunque.

La parità tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi, donne e uomini non è solo un diritto umano fondamentale, è la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. In questa battaglia il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca intende giocare un ruolo centrale: il sistema educativo deve essere sempre di più un luogo attivo di prevenzione, emersione e contrasto delle violenze”.

Con la “Buona Scuola” abbiamo gettato le basi per condurre questa lotta. La riforma richiama la convenzione di Istanbul del 2013 e assicura, attraverso il Piano triennale dell’offerta formativa, “l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori” su queste tematiche. Stiamo dando forte impulso all’attuazione di questa parte della legge.

A partire dalla formazione delle e dei docenti: la loro preparazione su questi temi è cruciale per intercettare situazioni di sopruso, sopraffazione, per affrontare dinamiche violente che possono generarsi tra ragazzi e ragazze, per contrastare il bullismo, che nelle sue forme omofobiche è alimentato da stereotipi sul maschile e il femminile che hanno una parentela molto stretta con quelli che generano la violenza contro le donne. A questo scopo lo scorso ottobre è stato varato il Piano per la formazione delle e degli insegnanti, finanziato con 325 milioni per il triennio 2016-2019. Tra le priorità ci sono la prevenzione del disagio, che si concretizza anche nello sviluppo di una cultura delle pari opportunità e del rispetto dell’altro, e l’educazione alla cittadinanza, che include la parità di genere.

A gennaio, nell’ambito del Piano in 10 azioni del MIUR per una scuola aperta, inclusiva e innovativa – finanziato con gli 840 milioni del PON per la Scuola –  sono stati stanziati 120 milioni per progetti sulle Competenze di cittadinanza globale, che includono il rispetto delle diversità e la cittadinanza attiva. Nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo stiamo promuovendo attività di prevenzione di ogni forma di violenza, mettendo a disposizione delle scuole specifiche risorse finanziarie e professionali e favorendo collaborazioni con istituzioni pubbliche, associazioni ed enti del terzo settore, oltre ad aziende dell’ITC e ai gestori dei principali social network.

Avvieremo a breve un tavolo di lavoro, in collaborazione con l’Associazione Editori Italiani, per dare seguito a quanto già sperimentato dal progetto Po.Li.Te (Pari Opportunità nei Libri di Testo): promuovere una riflessione su linguaggio e contenuti dei libri di testo, per la valorizzazione delle tematiche sulle differenze di genere, la valorizzazione del contributo delle donne in tutte le discipline e il superamento degli stereotipi sessisti.

Il MIUR è coinvolto in un gruppo di lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne, con lo scopo di produrre un nuovo Piano nazionale antiviolenza. Nelle prossime settimane cominceranno le attività in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in occasione della quale prevediamo di coinvolgere in un evento ministeriale le scuole che hanno realizzato progetti di rilievo su questi temi. Anche all’interno delle università promuoveremo percorsi di valorizzazione degli studi di genere e di conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne per formare le figure professionali coinvolte nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno.

Così intendiamo combattere un fenomeno che, ripeto, non è episodico ma strutturale. E che riguarda non solo le donne ma anche e soprattutto gli uomini. Riguarda, a ben guardare, l’intera società”.

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Docenti in cattedra dal primo giorno

Scuola, Fedeli: “Al lavoro per un avvio ordinato del prossimo anno: assunzioni entro il 14 agosto, docenti in cattedra dal primo giorno”

 

Un cronoprogramma serrato per garantire un avvio ordinato del prossimo anno scolastico. Lo ha illustrato oggi la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, nel corso di una conferenza stampa al Ministero spiegando che “il Miur lavora da oltre sei mesi per questo obiettivo. è un impegno preso con la scuola, con le ragazze e i ragazzi, con le loro famiglie – ha sottolineato la Ministra -. Rispetto al 2016/2017 abbiamo operato per concludere ogni attività almeno un mese prima”.

L’avvio di ogni anno scolastico, ha spiegato Fedeli in conferenza, richiede un lavoro “dietro le quinte molto importante del Ministero e delle scuole. Le procedure sono molte: iscrizioni, composizione degli organici, mobilità del personale, assunzioni in ruolo, assegnazioni provvisorie, supplenze. Stiamo lavorando a tutto fin dal primo giorno di insediamento del governo. È stata una scelta precisa affinché studentesse e studenti possano avere le docenti e i docenti in cattedra all’apertura dell’anno e tutto possa partire al meglio, anche le novità previste dai decreti attuativi della Buona Scuola”.

In particolare, durante la conferenza di oggi, è stato ricordato che quest’anno saranno 52.000 i posti disponibili per le assunzioni, compresi i 15.100 in più previsti dalla Legge di Bilancio grazie alla trasformazione di una parte dell’organico di fatto in organico di diritto. Le procedure per le assunzioni, ha assicurato la Ministra, si concluderanno “entro il 14 agosto, con decorrenza dei contratti dal primo settembre. Lo scorso anno si chiusero il 15 settembre”.

Grazie all’intesa siglata con le organizzazioni sindacali il 21 giugno scorso, lavoro d’anticipo anche per le assegnazioni provvisorie che si concluderanno entro il 31 agosto. Per la mobilità, che quest’anno è stata ordinaria e volontaria, buona parte dei risultati sono già stati pubblicati: il 21 luglio usciranno gli ultimi, quelli della scuola secondaria di II grado. Attraverso l’accordo sulla mobilità sottoscritto con i sindacati il 29 dicembre, a due settimane dall’insediamento del Governo, vengono tutelati il diritto delle docenti e dei docenti a spostarsi, ma anche quello delle alunne e degli alunni a formarsi adeguatamente e ad avere garantita la continuità didattica.

Sì alla tutela dei diritti, no agli abusi: questa la linea sui controlli relativi all’utilizzo della legge 104. “Dobbiamo agire a tutela di chi ha veramente bisogno – ha detto la Ministra – per questo oggi scriverò a Inps, Regioni e Ministero della Salute affinché sia aperto un tavolo per controlli e monitoraggi”.

Tempi più rapidi anche per l’assegnazione delle supplenze annuali: verranno effettuate entro la metà di settembre, in corrispondenza dell’inizio delle lezioni, garantendo alle ragazze e ai ragazzi continuità didattica e rispetto del diritto allo studio. L’anno scorso le procedure si conclusero ad ottobre. In più, grazie alle nuove assunzioni, il numero delle supplenti e dei supplenti si ridurrà di almeno 15.000 unità.

“Le nostre giovani e i nostri giovani avranno la possibilità di confrontarsi già dall’avvio del prossimo anno scolastico con le innovazioni introdotte dai decreti attuativi della Buona Scuola, entrati in vigore lo scorso 31 maggio – ha chiuso Fedeli -. Questa settimana va in Conferenza Stato-Regioni la proposta di ripartizione dei fondi per la costruzione di nuovi Poli per l’infanzia 0-6 anni. A settembre avremo la ripartizione del Fondo da 209 milioni per l’ampliamento dei servizi per questo ambito. Alla primaria partiranno i Poli ad orientamento artistico e performativo. Finalmente più pratica e cultura dell’arte e della musica nelle scuole”. Mentre “nella secondaria di I grado cambiano gli Esami: a settembre arriverà la circolare per informare scuole, alunne e alunni, famiglie. Da quest’anno arriva anche la prova di certificazione della lingua inglese a cura dell’INVALSI”. Nella secondaria di II grado, con l’inizio dell’anno scolastico, arrivano “il nuovo portale sull’Alternanza Scuola-Lavoro e la Carta dei diritti e dei doveri in Alternanza”.

Ovviamente, ha chiuso la Ministra, “questo risultato è e sarà possibile solo grazie all’impegno di tutte le componenti della scuola, dirigenti scolastici, personale amministrativo, docenti, funzionari del Ministero e degli Uffici scolastici regionali, che proseguiranno l’intensa attività anche nei mesi estivi. Voglio ringraziarli perché ciascuno, facendo il proprio dovere e dando il proprio contributo, sta mettendo al centro del sistema scuola le necessità e le aspettative di studentesse e studenti”.

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Campagna Iscrizioni

Campagna Iscrizioni A.S. 2017/2018

Il Centro studi G. Parini offre la possibilità di recuperare anni scolastici, programmazioni ed orari mirati in base alle singole esigenze.

Centro Studi G.Parini

Dal 1 Maggio sono aperte le iscrizioni al nuovo anno scolastico 2017/2018 : Licei, Ragioneria, Geometri ecc…

Sconti particolari a chi effettua l’iscrizione entro e non oltre il 30 Giugno 2017.

Il Centro Studi resterà aperto in estate per corsi estivi, ripetizioni private, aiuto compiti vacanze e test di ingresso.

Per informazioni rivolgersi al Centro Studi dal lunedi al venerdi dalle 9-12 telefonando ai numeri 324/6969699 e 0521/573963 e al pomeriggio telefonando al numero 324/6969699 .

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Aggiornamento graduatorie di istituto 2017

Aggiornamento graduatorie di istituto 2017 personale docente ed educativo

È stato approvato il Decreto Ministeriale n. 374 dell’1 giugno 2017. di aggiornamento graduatorie di istituto 2017 della II e la III fascia delle graduatorie di circolo e di istituto del personale docente ed educativo con validità per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020.
Per le domande c’è tempo fino al 24 giugno 2017  e si possono utlizzare i modelli  A/1, A/2 e A/2bis.

Per la scelta delle sedi sarà disponibile tramite POLIS il modello B dal 1 al 20 luglio 2017.

La I fascia delle graduatorie di cui al presente decreto è aggiornata a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, in attuazione di quanto disposto dall’art. 1, comma 10 bis del Decreto Legge 30 dicembre 2015 n. 210, convertito in Legge 25 febbraio 2016 n. 21.

MODELLO A1
Riservato a chi chiede l’inclusione in graduatorie di II fascia per gli insegnamenti per cui è in possesso della relativa abilitazione o idoneità, ai sensi dell’art.2 del decreto.

MODELLO A2
Riservato all’aspirante che chiede l’inclusione nelle graduatorie di III fascia per gli insegnamenti per cui è in possesso del relativo titolo di studio secondo le indicazioni di cui all’ art. 2 del decreto, esclusivamente per uno dei seguenti casi:

  • aspiranti che chiedono l’inclusione in terza fascia soltanto per insegnamenti in cui non figuravano nelle precedenti graduatorie di circolo e di istituto del triennio scolastico 2014/2017;
  • aspiranti che chiedono l’inclusione in terza fascia soltanto per insegnamenti in cui già figuravano nelle precedenti graduatorie di circolo e di istituto del triennio scolastico 2014/2017.

MODELLO A2 bis
Riservato all’aspirante che chiede l’inclusione in terza fascia sia per gli insegnamenti per cui è già iscritto in graduatorie di terza fascia del precedente triennio scolastico 2014/17, che per nuovi insegnamenti.

MODELLO B
È il modello per la scelta delle sedi che sarà disponibile nella sezione dedicata “Istanze on line – presentazione delle Istanze via web – Inserimento mod. B”, conformemente al codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nei termini indicati.

Per scaricare le domande clicca qui

 

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Linee guida maturità alunni diversamente abili

Esame di Stato per alunni disabili: le prove scritte devo essere equipollenti.

Criteri conduzione colloquio. La guida

 

Le prove d’esame per i candidati con disabilità devono essere predisposte secondo le disposizioni previste nel DPR n.323 del 23 luglio 1998, come chiaramente citato nell’art.22 dell’OM n.257/2017.

In base all’art.6 del citato DPR la commissione d’esame, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, relativa alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e all’assistenza prevista per l’autonomia e la comunicazione, predispone per i candidati con disabilità prove equipollenti a quelle assegnate agli altri candidati.

Le prove equipollenti, in coerenza con il PEI, possono consistere nell’utilizzo di mezzi tecnici o modalità diverse, ovvero nello sviluppo di contenuti culturali e professionali differenti, ma comunque atti a consentire la verifica degli obiettivi di apprendimento previsti dallo specifico indirizzo di studi, al fine del rilascio del relativo diploma.

Per la predisposizione delle prove d’esame e nel corso del loro svolgimento, la commissione d’esame può avvalersi di personale esperto; a tal fine la stessa si avvale, se necessario, dei medesimi operatori che hanno seguito l’alunno durante l’anno scolastico.

Il docente di sostegno e le eventuali altre figure a supporto dell’alunno con disabilità vengono nominati dal Presidente della commissione sulla base delle indicazioni del documento del consiglio di classe, acquisito il parere della commissione.

Per i candidati non vedenti, i testi della prima e della seconda prova scritta, se le scuole lo richiedono, sono trasmessi dal Ministero anche in codice Braille.

Per i candidati che non conoscono il codice Braille è possibile richiedere ulteriori formati (audio e/o testo), autorizzando anche la utilizzazione di altri ausili idonei, abitualmente in uso nel corso dell’attività scolastica ordinaria.

Per i candidati ipovedenti i testi della prima e della seconda prova scritta sono trasmessi in conformità alle richieste delle singole scuole le quali indicano su apposita funzione SIDI tipologia, dimensione del carattere e impostazione interlinea.

Per tutte le prove in formato speciale, come chiarisce l’art.22 comma 7 dell’OM n.257/2017, le scuole dovranno dare comunicazione anche alla Struttura Tecnica Esami di Stato via mail all’indirizzo seguente: segr.servizioisp@istruzione.it

Il tempo a disposizione per le prove scritte e il tempo da dedicare al colloquio d’esame, per i candidati con disabilità, deve rispettare quanto prevede il comma 8 del succitato art.22, in sintonia con l’art.6 del DPR n.323/1998

E’ possibile, quindi, prevedere tempi più lunghi nell’effettuazione delle prove scritte, anche in modalità grafica o scrittografica, compositivo/esecutiva musicale e coreutica, e del colloquio, come previsti dall’art.16 comma 3 della legge n. 104/1992, purché questo non comporti un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. In casi eccezionali, la commissione, tenuto conto della gravità della disabilità, della relazione del consiglio di classe, delle modalità di svolgimento delle prove durante l’anno scolastico, può deliberare lo svolgimento di prove equipollenti in un numero maggiore di giorni.

Per quanto concerne lo svolgimento dell’esame di Stato, la sua valutazione e il titolo conseguito, è possibile differenziare i candidati con disabilità che hanno seguito una programmazione per obiettivi minimi, dai candidati con disabilità che hanno seguito una programmazione differenziata.

Nel primo caso, come precedentemente indicato la programmazione seguita come previsto nel P.E.I., conforme alle Linee guida e alle Indicazioni nazionali, consente ai candidati di sostenere l’esame anche mediante prove equipollenti e tempi più lunghi e determina l’acquisizione del titolo di studio (diploma conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore)

Nel secondo caso, i candidati che hanno seguito un percorso didattico differenziato, sempre in base al P.E.I., e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale Piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio di un attestato dove devono essere inseriti tutti gli elementi informativi indicati nel DPR n. 323/1998.

Nell’art.13 del succitato DPR si stabilisce, infatti, quanto segue: “Qualora l’alunno in situazione di handicap ha svolto un percorso didattico differenziato e non abbia conseguito il diploma attestante il superamento dell’esame, riceve un attestato recante gli elementi informativi di cui al comma 1”

Gli elementi informativi ai quali si fa riferimento e che devono essere indicati nell’attestato, sono i seguenti:

  • l’indirizzo e la durata del corso di studi
  • la votazione complessiva ottenuta
  • le materie di insegnamento ricomprese nel curricolo degli studi con l’indicazione della durata oraria complessiva destinata a ciascuna
  • le competenze, le conoscenze e le capacità anche professionali acquisite in relazione alla programmazione seguita
  • i crediti formativi eventualmente documentati in sede d’esame.

Questi candidati sostengono l’esame con prove scritte differenziate i cui testi sono elaborati dalle commissioni sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe.

I suddetti alunni, qualora non svolgano una o più prove scritte, sono ammessi alla prova orale, con l’indicazione sul tabellone esclusivamente dei risultati delle prove scritte effettivamente sostenute, rapportati in quarantacinquesimi. Il punteggio complessivo delle prove scritte risulterà a verbale e potrà essere calcolato in automatico con l’utilizzo dell’applicativo “Commissione web” o, in alternativa, determinato proporzionalmente.

Per tutti i candidati con disabilità, il riferimento all’effettuazione delle prove equipollenti o differenziate deve essere indicato solo nell’attestazione di cui all’articolo 13 del D.P.R. n. 323/1998 e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto.

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I voti e le bocciature fanno male

I voti e le bocciature fanno male agli studenti e alla scuola ?

Alla fine i voti sono rimasti anche nella scuola primaria e media. Ministra e governo hanno avuto paura di andare contro l’opinione prevalente degli insegnanti, già abbondantemente irritati per alcune pessime conseguenze della legge della buona scuola, e contro diversi opinionisti di peso, che vedono nei voti e nelle bocciature i simboli di una scuola seria e rigorosa.

Insegno nella scuola elementare da 38 anni e continuo a domandarmi come sia concepibile affibbiare a un bambino un voto in geografia, italiano o matematica nei primi anni di scuola. A chi stiamo dando quel voto? Al grado di istruzione della sua famiglia? Al grado di ascolto che hanno avuto le sue prime parole a casa? Alle esperienze che ha avuto la fortuna di fare? Al destino che ha fatto giungere proprio qui la sua famiglia da campagne analfabete o dalle periferie di qualche megalopoli africana o asiatica?

Sono convinto che quei voti non abbiano alcuna giustificazione e non contengano alcun valore pedagogico. Eppure un peso ce l’hanno, eccome! È a partire da quei primi voti, attesi da casa con sempre maggiore trepidazione, che la bambina o il bambino comincerà a scivolare e collocarsi, come la pallina di una roulette, dentro alla casella data da una classifica arbitraria di presunti meriti, che aumenteranno o avviliranno grandemente la sua fiducia in se stesso.

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5 consigli per non farsi bocciare

La fine dell’anno è ormai alle porte, ma non è ancora arrivato il momento di andare nel panico. Se sei sul sottile confine della sufficienza, infatti, hai ancora tempo per rimediare ed evitare la bocciatura. Per questo motivo, ti saranno utilissimi i 5 consigli per non essere bocciati.

1. Fai attenzione a non essere bocciato per le assenze

Può sembrare un punto banale ma in realtà non lo è affatto. Anzi, è una delle prime cose a cui badare per non essere bocciati. Seconda la normativa vigente, se si è assenti per più di un quarto delle ore di lezione che vengono svolte durante l’anno, si viene automaticamente bocciati. Per capire quante assenze fare per non essere bocciati, basta consultare il POF della vostra scuola e vedere quante sono le ore di lezione totali che vengono svolte in un anno. In media, un quarto delle ore totali, corrisponde a circa 50 giorni di assenza. Quindi, se ti manca poco per superare questa cifra state molto attenti: sei ancora in tempo per evitare di essere bocciati!

2. Tieni sempre una buona condotta

Per non essere bocciati, bisogna avere almeno 6 in condotta. Al di sotto della sufficienza si viene automaticamente bocciati, anche se si hanno dei voti altissimi in tutte le materie. Ad ogni modo, va detto che si dà un 5 in condotta solo se uno studente ha commesso atti estremamente gravi. Per esempio, se hai tentato di bucare le ruote dell’auto del tuo prof, potresti essere a rischio bocciatura a causa della tua condotta. In caso contrario, puoi stare tranquilli.

3. Ottieni la sufficienza in tutte le materie

Cercare di avere la media del 6 in tutte le materie è fondamentale. Nel caso in cui, però, dovessi arrivare alla fine dell’anno con una o due insufficienze, non dovresti essere bocciato. In questo caso, infatti, il consiglio di classe decide quasi sempre di assegnare dei debiti formativi. Tuttavia, ti consigliamo di fare un piccolo sforzo perché, anche se non dovessi essere bocciato, dovrai comunque recuperare i debiti formativi prima dell’inizio dell’anno scolastico: se non ci riesci, non potrai evitare la bocciatura. Quindi, ti ritroveresti a dover studiare tutta l’estate mentre i tuoi amici saranno in vacanza.

4. Non fare arrabbiare i prof

Avere un buon rapporto con i prof è indispensabile, anche se ti sono antipatici. Quindi, se hai la sensazione di non essere troppo simpatico a qualche vostro insegnante, la cosa peggiore che puoi fare è rispondergli male o, addirittura, smettere di studiare per la sua materia. Altrimenti, agli scrutini finali, farà di tutto per farti bocciare anche con poche insufficienze. Piuttosto, anche se è difficile, cerca di rimediare. In che modo? Cercando di farti trovare sempre pronto alle interrogazioni, andando volontario, facendo domande a lezione. Insomma, comportandoti da “studente modello”, almeno per questi mesi di fine anno. In questo modo, potrai evitare la bocciatura e la seccatura di essere sempre la “vittima preferita” dei vostri prof.

5. Saper chiedere aiuto

Tuttavia, se hai sempre avuto insufficienze e la tua pagella di metà anno assomigliava ad una schedina, ci rendiamo conto quanto sia difficile recuperare un anno intero di studio arretrato in pochi mesi. Il piano di emergenza in questo caso è renderti conto di ciò che puoi riuscire a fare da solo, e ciò per cui invece hai bisogno di aiuto. I tuoi compagni di classe più bravi possono darti una mano per non rischiare la bocciatura. Potresti, infatti, farti passare i loro appunti, farti spiegare gli argomenti che non ti sono chiari oppure studiare insieme a loro. In questo modo, potresti “sbloccarti” e riuscire a recuperare le insufficienze. E poi, chissà che da tutto questo non possa anche nascere una bella amicizia con un tuo compagno di classe.

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